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La verità..., Riflessioni da Facebook di Luca Maiorano

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doclubrano
CAT_IMG Posted on 4/6/2009, 13:57




Oggi scrivo....così ho deciso e anche se domani lo leggerò e forse ne sarò leggermente pentito lo faccio lo stesso perchè.........perchè oggi mi và ecco.
La mia isola non và.
Non và dove dovrebbe, dove vorrei, dove potrebbe.
Lo sappiamo tutti che potrebbe.
Non và perchè siamo invidiosi, invidiosi del procidano, invidiosi del nostro compaesano, di chi fa bene, di chi dovrebbe ma non ci riesce, un pò di tutti insomma.
Questa invidia blocca noi e gli altri.
Tanto da riuscire a creare una mentalità che è meglio “non fare”, o “farlo di nascosto”; è meglio stare tranquilli, non immischiarsi, non cadere nella camorra psicologica isolana.
Tanto la lingua per parlare resta, si quella resta, per inciuciare, per giudicare senza sapere, per farsi i fatti altrui, per dire menzogne, infamare, sparlare.
Ormai questa cultura si è talmente ben radicata nelle nostre menti che trasversalmente influenza i nostri comportamenti, i nostri valori, i nostri giudizi al punto che se anche qualcuno potesse “far bene” noi glielo impediamo, a volte anche involontariamante.
Il pregiudizio che abbiamo dell’altro isolano è talmente forte che alla fine possiamo affermare ”o’ prucdan ama o furastier”.
Subito pronti ad elogiare chi viene dalla terraferma o dalle altre “grandi” isole del golfo, non vediamo che siamo ricchi di grandi persone che, purtroppo, alla fine, sanno di non evere l’immagine desiderata sulla propria isola e semplicemente emigra portando con se e offrendo, ad altri luoghi italiani e non, le sue qualità.
Non diamo spazi, non diamo possibilità di ricostruire, di migliorare “e va buò tant è kill”, subito pronti a sentenziare.

La mia isola non và.
penso che il motivo per la quale oggi, nel 2009, l’Isola di Procida si trovi in queste condizioni è riconducibile ad un’altra mancanza chiave, che nasce comunque dall’invidia, la “collaborazione”.
Logicamente scarica barile e scarica barile tutte le responsabilità vanno a finire a chi si mette in gioco senza pensare che siamo parte attiva di un unico obiettivo.
Ripeto, con voglia e piacere, che siamo sempre pronti a parlare, e aggiungo, ma mai a fare.
Ognuno pensa al suo orticello, molto spesso malcurato, non è mai esistita una visione di gruppo, non ho mai visto persone che si riuniscono e riescono a portare avanti un progetto concretamente, fino alla fine, senza dividersi e poi sparlare, sparlare, sparlare,.....

Ecco oggi voglio dire la verità, tutta:
non mi diverto, sulla mia isola mi annoio, la amo tanto da non andarmene ma così non ce la faccio, è stretta, contraddittoria, bloccata dall’invidia, dalla mancanza di voglia di migliorarsi.
Non vedo futuro, non vedo spiragli.

Io qualche idea ce l’ho, ma la situazione è troppo complessa per poter afferrare delle soluzioni da perseguire.

Una cosa è certa, di questa ne sono sicuro: “se da questo istante riuscissimo a guardarci in faccia senza falsità e pregiudizi e ad impegnarci minimamente per migliorare la nostra isola e riuscire ad addizzionare questo impegno a quello altrui avremo costruito il primo gradino della scala per la risalita”

Luca Maiorano
 
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